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"La condanna morale della violenza è sempre imposta in modo ambiguo, tale da suggerire che l'immoralità della violenza costituisca una garanzia della sua assoluta necessità pratica."

Comidad
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 20/03/2008 @ 11:56:54, in Commenti Flash, linkato 1496 volte)

LUTTWAK
Durante la puntata della trasmissione "Enigma" dedicata al trentennale del delitto Moro, condotta dal paludato e un po' intronato Corrado Augias, erano presenti fra gli altri la figlia di Moro e il professor Edward Luttwak, politologo e propagandista della superiorità morale, militare e politica degli USA. La figlia di Moro lasciava capire in modo più che esplicito come suo padre fosse stato minacciato e intimidito da Kissinger e compagnia proprio durante un viaggio in USA. Ad un certo punto Augias mette alle strette Luttwak chiedendogli se gli USA c'entrano qualcosa con Moro. L'ovvio diniego di Luttwak era talmente sfacciato e poco attendibile ("...gli americani non fanno queste cose..") da avere l'effetto di confermare ciò che si sa da sempre, e cioè che gli USA c'entrano e come. Ma il neocon Luttwak non va troppo per il sottile se è in grado di affermare:
"Tutto il potere, tutta la partecipazione, è nelle mani di una piccola élite istruita, benestante e sicura, e quindi radicalmente differente dalla vasta maggioranza dei suoi concittadini – praticamente una razza a parte." "Il nostro strumento sarà il controllo dei mezzi di comunicazione di massa [...] Le trasmissioni radio e televisive avranno lo scopo non già di fornire informazioni sulla situazione, bensì di controllarne gli sviluppi grazie al nostro monopolio sui media. "
[Edward Luttwak, "Strategia del colpo di Stato "]

LI DIFENDO IO
Il galletto vallespluga della Confindustria, Montezemolo, ha dichiarato che i sindacati non riescono a tutelare gli interessi dei lavoratori. Come dargli torto? A questo punto è chiaro che il povero imprenditore dovrà farsi carico di un nuovo impegno difendere anche gli interessi degli operai. Impegno non da poco, ma siamo sicuri che ci riusciranno. E mai come oggi sembra credibile il motto del papà di Emma Marcegaglia, neo-presidente della Confindustria: "imprenditori poveri di un'impresa ricca".

20 marzo 2008

 
Di comidad (del 06/03/2008 @ 11:40:12, in Commenti Flash, linkato 4408 volte)
Fiori e cannoni (kenia 1)
La presentatrice televisiva Licia Colò, che conduce un programma popolar-turistico, ha invitato gli spettatori ad acquistare qualche fiore in più per aiutare la popolazione del Kenia in preda alla guerra civile. In effetti il Kenia produce una percentuale consistente dei fiori venduti in Europa. Peccato che la produzione sia in mano alle solite multinazionali che, oltre ad aver impoverito il paese con le monocolture, lo riempiono di armi per consentire ai kenioti di scannarsi tra loro con le solite provocazioni etniche, quelle provocazioni organizzate da improbabili leader locali etero-diretti . Alcuni telegiornali hanno riportato con enfasi il fatto che i Kikuiu - una delle "etnie" in lotta- sono dediti a particolari rituali magici di appartenenza; sarà un caso, ma si tratta della stessa storia che i giornali inglesi riportavano negli anni '50 all'epoca del massacro dei Mau Mau, ovvero proprio dei Kikuiu, da parte delle truppe coloniali britanniche.

Democrazia all'arancia (kenia 2)
Kibaki e Odinga sono i due leader principali che si contendono il potere in Kenia. Mentre Kibaki ha vinto delle elezioni sfacciatamente truccate, il leader dell'opposizione, Odinga, controlla la maggioranza del parlamento con il suo movimento ODM (Orange Democratic Mouvement). Il signor Odinga, dal passato sufficientemente delinquenziale, annovera tra i suoi più importanti consiglieri per la comunicazione lo statunitense Dick Morris, mai troppo lodato regista e sceneggiatore della fasulla "rivoluzione arancione" in Ucraina nel 2004. Visto che il Kenia è partner strategico di Washington nella "lotta al terrorismo" nel corno d'Africa , e che è uno dei paesi che potrebbero ospitare in futuro la sede dell'Africom, il comando militare che gli USA sono sul punto di installare sul continente, si può capire chi abbia le mani in pasta nella situazione attuale del Kenia.

Mercatino del lavoro
La crisi delle industrie automobilistiche USA continua. La Ford passa dal secondo al terzo posto fra i colossi del settore e decide di liberarsi di 54mila operai. Il metodo seguito in questa ristrutturazione è almeno apparentemente nuovo. I lavoratori in esubero vengono messi all'asta e ceduti al miglior offerente nell'ambito di kermesse definite senza ironia Festival del lavoro. Sembra che i giovani lavoratori della Ford in esubero siano entusiasti di questa trovata neo-schiavile. Si può esser certi che il PD, dopo la tempestiva adesione all'idea della castrazione chimica e altre proposte sadiche delle destre, non vorrà farsi sfuggire questa nuova lezione di democrazia che ci arriva da oltreoceano.

Camp 1
La coltivazione più diffusa e redditizia in California non è quella dei vigneti ma della marijuana. La crescita esponenziale della produzione interna, dicono sia dovuta alle difficoltà di importare la cannabis dal Messico e dal Canada per l'aumento dei controlli. Naturalmente il governo ha lanciato la sua campagna contro la coltivazione di marijuana, Camp (Campaign against marijuana planting), che avrà gli stessi risultati di quella contro il narcotraffico colombiano, ovvero l'aumento della produzione e del consumo. Se si tiene conto che gli USA consumano oltre il 50% della droga prodotta al mondo (solo in California, più dell'11% della popolazione fuma marijuana) e che una percentuale rilevante degli oltre due milioni di detenuti nelle carceri USA vi si trova per reati legati alla droga, si può capire come la droga sia una vera manna per il sistema di controllo e per l'affarismo criminale statunitense.

Camp 2
Ormai sembra certo che gli USA siano sul punto di raggiungere un nuovo record: più dell'1% della popolazione dietro le sbarre (oltre due milioni e trecentomila persone); anche l'Italia si difende bene
con i suoi 60.000 detenuti. Ma i contribuenti statunitensi possono dormire sonni tranquilli, visto che il costo dei detenuti non si trasformerà in aumento di imposte.
La maggior parte delle carceri USA è infatti in mano ai privati che, comprensibilmente, cercano di rendere proficuo lo sfruttamento del lavoro dei detenuti. Prima si guadagna sul traffico di droga e poi sul lavoro dei detenuti per reati connessi alla droga.

6 marzo 2008

 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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