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"Feuerbach aveva in parte ragione quando diceva che l'Uomo proietta nel fantasma divino i suoi propri fantasmi, attribuendogli la sua ansia di dominio, la sua invadenza camuffata di bontà, la sua ondivaga morale. Anche quando dubita dell'esistenza di Dio, in realtà l'Uomo non fa altro che dubitare della propria stessa esistenza."

Comidad
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di comidad (del 17/03/2022 @ 00:07:21, in Commentario 2022, linkato 6686 volte)
Il “soft power” è molto bravo a fare pubblicità a se stesso. Ci è stato raccontato che i film di Rocky, la serie televisiva “Dallas” e la febbre del sabato sera sono stati decisivi per la vittoria dell’Occidente sul comunismo. I giornalisti vanno pazzi per queste cose. Ma se davvero i messaggi individualistici o edonistici hanno fatto mancare il terreno sotto i piedi all’ideologia comunista, è anche più vero che il Sacro Occidente non si fa mancare all’occorrenza l’etica del sacrificio dell’individuo al Bene supremo della collettività. Un ex comunista come Piero Fassino perciò torna utile per ammonirci e ricondurci sulla retta via. Voi egoisti volevate riscaldarvi la casa e mantenervi il posto di lavoro? No, non si deve subordinare il rispetto dei valori alle forniture di gas. Pensavate di essere dei fessi qualsiasi? Invece siete degli Occidentali. Soffrite dunque gioiosi per la vittoria dei valori del Sacro Occidente. Fassino sembra ormai la fotocopia di Shel Shapiro nella parte di Pietro l’Eremita nel film “Brancaleone alla Crociate” di Monicelli. Del resto Fassino fa di nome Piero, quindi era destino che venisse proprio lui a chiamarci ad una nuova crociata.
L’etica sacrificale viene imposta ai poveri, però non esclude il sano egoismo dei ricchi e i loro business ai fini del bene comune. Ancora Fassino corre ad ammaestrarci: è giusto inviare armi all’Ucraina, perché le sanzioni alla Russia non fermano le pallottole.
Gli affari sulle armi si sono rivelati provvidi e preventivi. L’Ucraina è povera in canna, dipendente in gran parte dalle rimesse dei suoi emigranti, eppure è stata costretta a comprare armi americane, prima da Trump e poi da Biden. Gli stessi americani ammettono che imbottire un Paese di armi non basta a rafforzarlo militarmente, basti pensare alle grame prove belliche dell’armatissima Arabia Saudita. Non importa. Le armi sono “etiche”, e se non sono servite a scoraggiare l’invasione, serviranno invece per alimentare la “resistenza”. L’Unione Europea perciò si adegua e la solita “sinistra interventista” esulta. Non ci si risparmia il consueto classico dei pacifisti abusivi: io sono pacifista, però stavolta …
Hillary Clinton ci fa sapere che gli USA vogliono trasformare l’Ucraina in un nuovo Afghanistan in cui infognare la Russia. Idea generosa e rassicurante verso gli Ucraini, ed anche verso i Paesi limitrofi della NATO, che dovrebbero fare da retrovia ad un conflitto infinito (ammesso che rimangano solo retrovia). Insieme con le armi forse la Clinton fornirà ai partigiani ucraini anche le montagne e le caverne con cui i Talebani si sono riparati dai satelliti spia e dai droni. O la Clinton pensa che i partigiani ucraini possano nascondersi nei campi di grano e nelle distese di girasoli?

Dato che non è affatto detto che gli Ucraini siano così altruisti da sacrificarsi per la Clinton (c’è molto cinismo anche da quelle parti), allora si è già trovata l’alternativa: far affluire in Ucraina i jihadisti che i Russi hanno sfrattato dalla Cecenia, dalla Siria e dalla Cirenaica. Secondo un articolo datato 8 luglio 2015 del New York Times, i jihadisti sono utilizzati, e bene accetti, dalle forze armate ucraine sin dall’inizio della repressione in Donbass, dato che i soldati di origine ucraina non dimostravano una gran voglia di impegnarsi in quella guerra civile. Sono notizie di oltre sei anni fa, quindi, a proposito della retorica sulla mitica resistenza ucraina, non siamo neppure sicuri che le forze armate ucraine non siano state da tempo soppiantate da mercenari stranieri. Ed è anche un po’ tardi per raccontarci che i jihadisti presenti sul suolo ucraino, ce li abbia portati adesso Putin. Chi ci assicura poi che i jihadisti, invece di combattere i Russi, non si facciano il loro staterello nel cuore dell’Europa? Forse finirà che gli Europei dovranno rivolgersi proprio al militarismo russo per farsi proteggere.
A guerre in corso è assolutamente impossibile ricevere notizie certe, o quantomeno attendibili, poiché tutto è disinformazione, ed a volte occorre aspettare anni per sapere un po’ come sono andate le cose. L’esperienza passata dovrebbe però insegnare qualcosa; e, a proposito della Clinton, sarebbe il caso di considerare gli esiti di un’operazione gestita da lei: l’eliminazione di Gheddafi. Leggendo il testo integrale della lettera congiunta di Obama, Cameron e Sarkozy dell’aprile del 2011 per giustificare la loro aggressione alla Libia, a distanza di undici anni si può dire che non ne hanno azzeccata una. La Libia oggi è nel caos, ed ovviamente delle sofferenze del popolo libico ai nostri leader occidentali non gliene può fregare di meno. Più preoccupante invece per i loro interessi è che i Russi oggi siano a Tobruk, a pochi chilometri dalla Sicilia e dalle sue basi militari americane. Giusto per non farsi mancare niente, i Turchi ora occupano la Tripolitania, riprendendosi un pezzo dell’Impero Ottomano che Giolitti gli aveva strappato nel 1911.
Ma lasciamo perdere le sottigliezze e pensiamo alle buone notizie per gli affari degli USA. Grazie alle sanzioni alla Russia il petrolio e il gas di scisto degli USA, così costosi che sino a poco tempo fa non li voleva nessuno, ora stanno attraversando un momento magico, con vendite e prezzi alle stelle. Sanzioni o meno, con questi prezzi delle materie prime, anche Gazprom farà profitti. Tanto le bollette le paghiamo noi, e Piero Fassino l’Eremita dice che non dobbiamo lamentarci perché facciamo solo il nostro sacro dovere di Occidentali.
 
Di comidad (del 10/03/2022 @ 00:10:24, in Commentario 2022, linkato 6524 volte)
All’inizio della scorsa settimana si diceva che la questione della riforma del catasto avrebbe messo a rischio la sopravvivenza del governo. Era troppo bello per essere vero, e infatti non era vero. In base alla narrazione sarebbe stato il voto di un partitino con l’1% a consentire alla proposta di passare. Ma si tratta appunto di narrativa, poiché anche i partiti di centrodestra, a parole ostili alla riforma, si sono limitati a votare contro, senza uscire dal governo, benché ad essere più sensibile ai timori di una revisione delle stime catastali sia proprio il loro elettorato. Draghi assicura che la revisione non comporterà nuove tasse sulla casa, ma tutti sanno che sono chiacchiere.
La prima casa è il principale ammortizzatore sociale, l’ancoraggio materiale della famiglia. Colpirla in una fase economica come questa sarebbe una misura destabilizzante, un atto di guerra civile. Dopo essere stato in gran parte alleato delle oligarchie contro il lavoro, oggi è il ceto medio ad essere oggetto di una spoliazione dei suoi risparmi e dei suoi patrimoni immobiliari. Da anni il Fondo Monetario Internazionale esorta i governi italiani a tassare la prima casa, e la riforma del catasto serve a innescare la mina per rendere operativo il provvedimento. Ma il FMI siamo noi, nel senso che è proprio dall’Italia che partono le informative e gli input per avviare, con la sponda delle organizzazioni sovranazionali, l’ennesima iniziativa di regolamento di conti interno.
Si può comprendere l’atteggiamento dei 5 Stelle sulla riforma, in quanto hanno ormai come unico obbiettivo arrivare alla fine naturale della legislatura. Ancora più chiare sono le motivazioni del PD, che è un partito che non ha più preoccupazioni elettorali, poiché può garantirsi la presenza nei prossimi governi grazie all’emergenzialismo cronico e all’ombrello dei superpoteri del presidente della Repubblica. Il PD ha dalla sua anche il politicamente corretto, in modo da far passare la predazione ai danni del ceto medio come lotta all’evasione fiscale. La linea del PD: stare sempre dalla parte del più forte ma dall’alto di un piedistallo morale. Forza Italia ha rinunciato a sua volta alle prospettive elettorali per diventare un PD di complemento. Meno chiaro sembrerebbe il comportamento della Lega che, non facendo cadere il governo sulla questione del catasto, rischia un’ulteriore emorragia di voti.
Mentre in Paesi più arretrati e naif si fanno ancora i brogli elettorali, qui in Italia siamo più avanti, in quanto gli stessi partiti sono dei brogli elettorali. Il caso della Lega è paradigmatico: abbiamo una sorta di doppio partito, con un leader di facciata che si presenta come difensore del ceto medio, e poi c'è il vero gruppo dirigente, composto da cosche affaristiche del Nord Italia, che aspirano alla cosiddetta autonomia differenziata (oggi si dice anche “rafforzata”, come il Green Pass). In questa poco pubblicizzata battaglia per attribuire alle Regioni del Nord proventi fiscali e competenze che dovrebbero andare ben oltre la Sanità, la Lega ha come principale alleato il PD. Proprio quel partito che, in base alla pantomima ufficiale, sarebbe il principale avversario della Lega.

Il sistema della guerra civile in Italia è come un gioco di scatole cinesi: ogni fronte di guerra civile ne contiene un altro al suo interno. Con la riforma del catasto si destabilizza il principale ammortizzatore sociale, mentre con l’autonomia differenziata si configura un’altra contrapposizione tra Nord e Sud, un altro focolaio di separatismo strisciante. L’aspetto paradossale è che il Sud Italia è strutturalmente e storicamente spopolato e sottofinanziato. Da quarant’anni il Meridione è persino in piena denatalità. L’oligarchia meridionale controlla il territorio in assoluta avarizia, bloccando la spesa anche dei fondi già stanziati. Persino le mafie si configurano storicamente come forme di gestione a bassissimo costo del territorio. L’oligarchia meridionale non si oppone all’autonomia differenziata, forse perché l’esportazione delle mafie al Nord consente di partecipare ai business.
Anche il Green Pass è uno strumento di guerra civile che funziona a scatola cinese. Dopo la guerra civile contro i non vaccinati, il Green Pass dovrebbe tornare utile come strumento di razionamento energetico, una specie di tessera annonaria per controllare i consumi di gas ed elettricità. Siamo all’emergenza energetica (bella allitterazione), tanto che Draghi dà un calcio nel sedere a Greta e rilancia il carbone. Il gas è una delle risorse più abbondanti in natura, e pare che sia inesauribile, poiché l’ecosistema ne produce in continuazione. Russia o non Russia, parrebbe impossibile che possa scarseggiare. Eppure ci si sta riuscendo. Miracoli dell’emergenzialismo cronico.
Tra l’altro non siamo neppure sicuri che davvero cessino le forniture di gas russo. L’enfasi sull’emergenza ancora una volta segnala che il vero bersaglio è la popolazione, da sottoporre ad ogni sorta di vessazione, ed alla fine ci si accorgerà che persino il razionamento sarà diventato un business. L’Italia è l’unico Paese in cui il governo ha posto il segreto al massimo livello sul Decreto per la fornitura di armi all’Ucraina, segno che c’è qualche risvolto affaristico da celare.
Tanto per non cambiare, lo stesso alibi-Putin funziona a scatola cinese. Bisognerebbe spiegare ai Russi come funziona l’Italia, che il nostro governo non ce l’ha davvero con loro, ma li usa come pretesto per dare la caccia agli “amici di Putin” di casa nostra. In Italia la politica estera è tutta in funzione della guerra civile interna. La ludica superficialità con cui il governo Draghi sta affrontando una delle crisi internazionali più gravi di tutti i tempi, si spiega proprio con l’assuefazione della nostra oligarchia alla pantomima emergenziale, perciò sembra di recitare una rievocazione della guerra fredda, magari mettendo su una nuova Gladio (ammesso che quella vecchia sia stata smantellata), per creare un clima di finta emergenza terroristica come negli anni ’60 e ’70.
 
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FEDERALISTI ANARCHICI:
il gruppo ed il relativo bollettino di collegamento nazionale si é formato a Napoli nel 1978, nell'ambito di una esperienza anarco-sindacalista.
Successivamente si é evoluto nel senso di gruppo di discussione in una linea di demistificazione ideologica.
Aderisce alla Federazione Anarchica Italiana dal 1984.


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